lunedì 19 gennaio 2015

Il cielo d'Italia

IL CIELO D'ITALIA...




Il cielo d’Italia è un oceano pieno d’amore
Il cielo d’Italia è un onda che dona umore
Il cielo d’Italia ti abbraccia se guardi lassù
Ti coccola ti bianco e ti annega di blu
Ti annega di bianco e ti coccola di blu

Il cielo d’Italia si sfama di rose e sorrisi
Il cielo d’Italia si spulcia di violenti e cattivi
Il cielo d’Italia è un gregge che corre veloce
Si addormenta su un letto di stelle e si sveglia su un manto di rose

Si sveglia su un manto di rose
Dalla Sicilia alla Sardegna
Dal Piemonte all’ Aspromonte
Ovunque cammina con te
Il cielo d’Italia e insieme a te
Il cielo d’Italia è dentro di te

Il cielo d’Italia è un’ ombrello che ripara la pioggia
Il cielo d’Italia è una fanciulla che dorme sulla spiaggia
Il cielo d’Italia è in bianco e nero
Ma i raggi del sole i colori fa brillare più del vero

Il cielo d’Italia è una donna che cambia umore
Il cielo d’Italia è un insieme di cose belle che girano intorno al sole
Il cielo d’Italia è un Dio che suona il piano
Che con soave movimento della mano tiene il ritmo della musica
Che con soave movimento della mano tiene il ritmo della musica

Dalla Sicilia alla Sardegna
Dal Piemonte all’Aspromonte
Ovunque cammina con te
Il cielo d’Italia è insieme a te
Il cielo d’Italia è dentro di te

Ovunque cammina con te
Il cielo d’Italia è insieme a te
Il cielo d’Italia è dentro di te.

Claudia martinoli 

venerdì 16 gennaio 2015

Una storia d'amore lunga una vita

storia di un amore e di una vita


Questa è la storia di una amore che ha dato tanti frutti: è la storia dei miei genitori ed è un’amore che è sbocciato 38 anni fa. La mia mamma aveva appena 13 anni e siccome non era un bel periodo è dovuta andare a lavoro presso un ristorante a fare la cameriera. Nel periodo estivo dopo la scuola. La mia mamma si alzava alle 3:00 del mattino per recarsi al lavoro, iniziava a fare delle enormi sfoglie di pasta benché lei fosse molto fragile. Dopo aver preparato queste enormi sfoglie iniziava la pulizia delle sale da pranzo lavando a terra inginocchiata come cenerentola e dopo iniziava a preparare la tavola per le persone che dovevano scendere a far colazione. Preparato tutto ciò andava in giardino a togliere carte, foglie…a sistemare il giardino e proprio lì che incontrò il mio babbo che gli faceva dei complimenti dicendogli che portava dei bei orecchini, che aveva dei bei occhi…e lei timidina arrossiva in viso. Dopo giorni giorni di corteggiamento il babbo gli chiese di uscire e andarono a fare una passeggiata per le strade del paese. E da lì iniziò la loro bella storia di vita. Babbo iniziò a costruire la casa e la mamma andava ad aiutarlo e a fargli compagnia. Impiegarono 9 anni per costruire quello che sarebbe stato il loro nido d’amore. Il loro fidanzamento durò 9 anni e così poterono crescere insieme fino al giorno del loro matrimonio da lì iniziò un altro cambiamento di vita e cominciarono ogni giorno ad affidarsi a Dio. Nacque il primo figlio la mia mamma aveva 23 anni e il mio papà 29 anni ed è stata un’esperienza bellissima e dopo questo parto ce ne furono altri 5. La mia mamma aveva già 6 figli aveva un piccolo asilo nido in casa. Vivendo in un paese ogni volta che nasceva un bambino oppure sapevano che la mamma era in cinto la gente criticava, ma loro continuarono a vivere il loro amore e accettarono il dono dei figli. Ci fu una pausa di 6 anni tra l’ultimo maschio alla nascita delle gemelle: era come se Dio avesse far voluto riposare la mamma e poi gli donò 2 gemelline e dopo venti mesi nacqui io e era proprio la notte del terremoto. Cosa posso dire oggi? Posso testimoniare che è bellissimo avere una famiglia così grande. Ci possono essere giorni bui, faticosi… ma se in casa sei respira amore, tutto si riesce a superare.
                                                                                            Claudia Martinoli

martedì 6 gennaio 2015

IIA La rinascita dei Dominatori- Alberto De Paolis, Antonio Matassa e Daniele Denni


LA RINASCITA DEI DOMINATORI

Artrid si avvicinò al corpo del padre e cominciò a fissarlo. Rimase ore ed ore seduto a terra a guardare quel volto ormai senza vita, fino a quando non si avvicinò a lui un ragazzo alto e paffuto, dicendo: ”ciao sono Eloch, anche a te i morti fanno un brutto effetto, vero? Vieni con me, ti porto in un posto dove ti passerà tutta questa angoscia”. Artrid si alzò e seguì quel bambino fuori città. Si fermò di colpo ed annunciò ad Artrid che erano giunti:”Guarda che bello questo lago, guarda quanti animali, sembra un posto irreale, ed è per questi motivi che viene chiamato “Lago delle Creature Incantate”, perché secondo la leggenda ogni giorno vengono qui i folletti a giocare”. Eloch, non essendo un divinatore, non poteva vedere come tutti gli altri le creature magiche,ma Artrid sì, vedeva questo lago incantato ricoperto da folletti bassi e buffi. Ormai era sera e quando stavano tornando in città sentirono una voce provenire dal lago che gridava: “Aiuto! Sto Annegando!”. Il divinatore si girò verso il lago, corse e, senza pensarci, si tuffò in acqua. Riuscì a salvare la bambina che, dopo essersi ripresa dallo spavento, ringraziandolo disse: “Grazie, non so come ricambiare il favore. Stavo camminando sulla riva, quando ad un tratto ho perso l'equilibrio e sono caduta nel fiume.”. La bambina, che si chiamava Adhara, riconobbe subito Artrid: lo aveva difeso dentro le mura della città. Si presentarono, compreso Eloch, e divennero amici.
Passarono molti anni e ormai Artrid si era trasferito in città, nessuno sapeva che era un divinatore, solo Eloch e Adhara, la sua ragazza, e Pufin, il folletto che lo aveva accompagnato già da piccolo. Il divinatore aveva una vita normale: lavorava, usciva e evitava di parlare con i folletti che incontrava in città, perché aveva paura di essere impiccato come suo padre per ordine del re. Questo era troppo vecchio ed era chiaro che non gli restava molto da vivere. Non avendo figli o parenti a cui affidare il regno e volendo sterminare una volta per tutte la razza dei divinatori, nel giorno di seconda luna, fece radunare in piazza tutti i ragazzi più forti e coraggiosi del regno, dicendo loro: “ è il vostro re che vi parla! Ho la necessità di trovare un successore forte e audace. E' per questo che chi riuscirà a distruggere l'ultimo divinatore distruggendo così anche tutte le creature magiche, con la Spada dei Divinatori, forgiata dalle creature magiche e dai divinatori più potenti, otterrà il trono. Nel corso dei secoli molti hanno provato ad entrare nel castello dove si trova la spada ma nessuno è mai tornato vivo. Perciò chi vorrà diventare il mio successore dovrà esporsi a molte difficoltà compresa la morte”. Artrid fu uno dei primi a fare i bagagli ma non per distruggere se stesso e tutte le creature, ma distruggere la spada prima che la prendesse qualcun altro. Tornò a casa e insieme alla sua compagnia si prepararò per partire nel giorno stabilito dal re. Era ora, erano pronti a partire, ma si avvicinò Hoc, il ragazzo che lo aveva umiliato da piccolo, e gli disse spavaldo: “ Sei pronto a morire? Non c'è bisogno che parti, tanto sarò io il futuro re” e si allontanò di colpo. Artrid aveva una marcia in più, perché oltre ad essere un divinatore era in possesso degli oggetti magici di Pufin. Il cammino si prometteva molto difficile anche se le tappe non erano molte: per primo bisognava inoltrarsi nella Grotta dei Guerrieri di Cristallo, poi oltrepassare la Montagna delle Paure ed infine la Vallata dei Titani; salirono sui cavalli e s'incamminarono verso la prima tappa, ovvero la Grotta dei Guerrieri di Cristallo. Arrivati dinanzi a quell'orrido posto, Artrid cominciò ad avere paura alla vista dei resti di ossa umane davanti all'ingresso della grotta , ma entrò convinto prima di tutti gli altri. Quei mostri erano sì di corporatura apparentemente fragile, ma combattevano con la mente: mangiavano chiunque perdeva contro di loro. Dopo aver percorso un lungo corridoio, si trovò dinanzi ai Guerrieri di Cristallo che cercarono di impossessarsi della loro mente. Stavano per riuscirci, era finita per loro. Ma ad un tratto i Guerrieri si bloccarono, grazie al paralizzante di Pufin. Corsero velocemente verso una luce che credevano fosse l'uscita, ma si sbagliavano: era un'enorme stanza dove si trovava un mostro di ghiaccio terrificante. A differenza degli altri mostri, combatteva con delle stalattiti di ghiaccio che sparava dalla bocca: era molto più potente di quelli che aveva affrontato prima, e nemmeno Pufin poteva batterlo. Artrid pensò che si poteva battere con l'astuzia: cominciò a provocare il mostro che colpiva con forza le pareti della stanza e i raggi del sole che penetravano dalle crepe sciolsero la creatura. Usciti dalla grotta, si accamparono per la notte e da lontano videro Hoc, che era riuscito ad oltrepassare anche lui la prima tappa. Si avvicinò e disse: “Artrid, sei riuscito a passare insieme ai tuoi amici, e mi sorprende che quel pappamolle di Eloch sia ancora vivo.” e scomparve nel nulla. Tutti si misero a dormire ma Eloch rimase sveglio, tormentandosi tra il suo desiderio di diventare re che lo accompagnava sin da bambino e la necessità di proteggere Artrid che invece glielo avrebbe impedito; dopo, stanco si addormentò. Si svegliarono all'alba e partirono verso la Vallata delle Paure, per arrivarci dovettero scalare montagne e durante il percorso videro i corpi degli altri ragazzi morti per la fatica. Arrivati alla Valle, Pufin svenne, perchè le creature magiche avevano tanta paura di entrare in quella vallata. Così Adhara prese Pufin e se lo mise sulle spalle.

Dopo una lunga dormita, Artrid sì svegliò e non trovò nessuno, tranne Pufin. Qualcuno li aveva rapiti, forse Hoc,il quale sembrava volere che Artrid si ritirasse. Il divinatore scoppiò a piangere, non si immaginava che i suoi amici potessero essere tanto in pericolo, ma invece sì. Si fece forza e si alzò, prese la sua roba e corse verso l'ultima tappa, la Valle dei Titani. Artrid non era forte come i Titani, e né lui né Pufin, avevano i mezzi per fermarli, perciò decisero di batterli in velocità: prese Pufin e corse più veloce della luce fino a buttarsi un un bosco per salvarsi. Attraversò in lungo e in largo quel bosco umido e pauroso, fino a trovare il castello: era magnifico e maestoso, era popolato da migliaia e migliaia di creature magiche . Per un umano, sarebbe stato impossibile arrivare fino all'ultimo piano, ma per un divinatore no. Quando stava per afferrare la Spada dei Divinatori, qualcosa lo colpì, si girò e dietro di lui c'era Eloch. Così Artrid gridò: “Eloch! Sei salvo!” e Eloch estraendo la sua spada rispose: “ Sei finito!”. Artrid era in vantaggio, ma Eloch, con un colpo di spada lo fece cadere. Artrid gridò: “Perché mi fai questo?” e Eloch: “Tu mi hai sempre oscurato, sono sempre stato dietro di te, inoltre sapevi quanto mi piace Adhara, e tu me l'hai rubata! Ora, non solo la sposerò, ma diventerò re e mostrerò la tua testa al popolo!” Mentre stava per prendere la spada cadde a terra: Hoc da dietro lo aveva ucciso. Poi disse ad Artrid che era ancora a terra senza parole per lo spavento e la sorpresa: “Non chiedermi perché l'ho fatto. Ho sempre sospettato che avessi qualcosa di strano, che fossi diverso da tutti gli altri. Quando, durante il mio viaggio, ho capito la verità e ho scoperto i piani di Eloch, ho deciso di seguirvi, per proteggervi. Sei tu il nostro re, il vero Divinatore.” Eloch si inchinò soprendentemente e Artrid, mettendogli una mano sulla spalla lo abbracciò. Il ragazzo aveva portato già in salvo Adhara e, dopo essersi ricongiunti tutti, fecero ritorno alla città trasportando la Spada magica. Il re sapeva che chi avesse riportato la spada sarebbe stato il divinatore: in questo modo avrebbe potuto ucciderlo. Purtroppo morì prima di vedere in faccia il suo nemico. Così Artrid diventò re e insieme ad Adhara diede vita a un regno pacifico e a una lunga e amata dinastia. L'eroe rimase nei ricordi di tutti come “il Re Divinatore”.

Alberto De Paolis, Antonio Matassa e Daniele Denni

IIA Pagina di diario- Alberto De Paolis

PAGINA di DIARIO
                                                                                                                                   12-11-2014

Questa volta l' ha fatta grossa ! Ha esagerato! Sta volta me la paga! Non posso credere che mia madre sia arrivata a tanto; ho sempre saputo che è curiosa di me, e vuole sempre sapere qualsiasi cosa che mi accade fuori casa, ma addirittura leggere il mio diario e farne delle fotocopie per non dimenticarsi del contenuto, è pura follia! La cosa non mi meraviglia tanto, ha provato a fare la stessa cosa anche con mia sorella, che molto intelligentemente, ha nascosto il suo diario meglio di me. In realtà, ho un nascondiglio perfetto, ma qualche volta lo dimentico in giro per casa; è proprio per la mia sbadataggine che mia madre ha scoperto della sua esistenza. Comunque mi sono accorto subito che lo aveva letto, soprattutto dalla pagina sporca di sugo. Era il 7 novembre e, come quasi ogni mattina la sveglia suonò in ritardo. Mentre mi preparavo lo zaino, poggiai il diario sul comodino e, in fetta e in furia, uscii da casa e lo dimenticai lì. Quel giorno mia madre era rimasta a casa perché aveva la febbre e, mentre puliva, notò un nuovo quaderno sopra il comodino e curiosa cominciò a leggerlo . Appena tornai a casa, notai mia madre molto strana, a cominciare dal pranzo: per la prima volta mi aveva preparato il riso alla crema di scampi per primo, e il filetto di manzo per secondo. - Di solito mi prepara sempre piatti sconditi senza sale e con delle vomitevoli patate lesse- e mi disse triste: <<Visto che odi la mia cucina, da oggi comprerò solo cibi confezionati>>. Poi comincio a farmi domande di qualsiasi genere: di calcio, di amici, di ragazze ecc... . Sinceramente all' inizio non ci avevo fatto caso, fino a quando, mentre rubavo le gomme nella sua borsa, trovai le fotocopie del mio diario con le cose più importanti sottolineate con
l' evidenziatore. Mi arrabbiai molto, ma adesso non più; sono molto sereno dopo essermi vendicato e dopo avergli fatto una lavata di testa. Dopo questa situazione ho imparato la lezione: bisogna nascondere il proprio diario anche sotto il pavimento se è necessario.

( FATTI PURAMENTE INVENTATI )

firma

Alberto De Paolis

lunedì 5 gennaio 2015

PROF: A TUTTI GLI SCRITTORI ;)

Innanzitutto

BRAVISSIMI TUTTI!|

Complimenti a tutti quelli che stanno scrivendo post e facendo proprio questo spazio!

Ognuno degli scrittori trova (e troverà) in commento suggerimenti ed idee per i post successivi.
Scrivo qui, però, alcune brevi indicazioni per tutti (altre a voce in classe):

  1. LA FIRMA: importantissimo metterla, soprattutto ora che lavorate tutti con un unico account (complimenti a Greta D'Antoni che si è già creata autonomamente un proprio account Blogger!) Tornando alla firma, non è male apporla in basso a sinistra, esattamente come quando si scrive una pagina di diario: e cos'è un blog se non un diario e il post una sua pagina?
  2. INSERITE IMMAGINI: personalizzate i vostri post, sia per contraddistinguere il vostro post da uno omonimo di un altro compagno, sia anche per curare la grafica del blog (che deve invogliare alla lettura);
  3. COME SI MODIFICA UN POST: i post che scrivete si possono tranquillamente modificare. Loggatevi in Blogger con le credenziali dell'account studentesanvito e individuate il post da modificare. In basso a sinistra troverete una piccola matitina. Cliccatela e vi si riaprirà il vostro post, pronto ad essere modificato come nel momento in cui lo avete scritto. Fate le vostre modifiche e poi cliccate il tasto arancione in alto, che ora non avrà più la scritta Pubblica, bensì Aggiorna. Fatto ;)

Buon prosieguo!

La prof

II A: PAGINA DI DIARIO DEL DIARIO DI ANNA FRANK

II A: PAGINA DI DIARIO DEL DIARIO DI ANNA FRANK

 25 dicembre 1944 

 Anna è ancora lì, appoggiata al davanzale, e, scostando leggermente le tende porta il suo sguardo fuori. La neve scende candida e si poggia sui tetti e sugli alberi decorati: è Natale. Le persone corrono, i bambini gridano dalla felicità per i regali che riceveranno, ma lei no, ha un piccolo sorriso sulla faccia ma felice non credo che potrà essere visto che è rinchiusa qui, mentre tutti gli altri ragazzi giocano con la neve. Da fuori entrano, insieme a gelide correnti di aria che si infilano nei buchi delle finestre, voci di persone che cantano, ridono e insieme comprano regali. “Il Natale è una festa cristiana, in cui i cristiani festeggiano la nascita di Cristo, ma gli ebrei non lo festeggiano “, ha scritto Anna asciugandosi un lacrima che le è arrivata fin sul mento bagnando le sue guance rosee. Vorrei che almeno in questo giorno felice per tutte le altre persone, anche lei potesse essere felice e ridere a più non posso, ballare e cantare, ma sicuramente non sarà così.

                                                                                                                     Celeste Ferrazzi

III A: Nei panni di Napoleone

Hai presente quando finalmente pensi di esser diventato l'uomo più potente al mondo? Ecco, il mio grande sogno è stato rovinato da quei pezzenti degli Austroprussiani. Beh, non si credano tanto forti, perchè il grande Napoleone Bonaparte, è tornato più forte che mai e gliela farà pagare a quei quattro mici. Hanno distrutto il mio regno alle mie spalle, dannato congresso di Vienna! Se solo potessi, li ucciderei tutti! Per fortuna la prigione che mi hanno assegnato non è degna di essere chiamata così, poiché è una villa enorme, con immense camere ornate d'oro, sale da ballo, da pranzo...insomma! Ho avuto un buon luogo per preparami alla risalita, come pensavano di battere il re dei re? Poveri illusi... Mi ammiro allo specchio: alto, fiero, corona tappezzata di diamanti, mantello di velluto e gli ideali dell'impero di Carlo Magno...sono invincibile! Riporterò la mia nazione in cima all'universo, la farò prosperare di denaro, di divertimento, e finalmente stavolta batterò quelle mezze cartucce dell'Austriaprussia. Tutti mi loderanno, mi acclameranno, il mio regno sarà ricordato per tutte le epoche, sarà confrontato con altri regni. Dopotutto, sono Napoleone, l'erede ufficiale di Carlo Magno, sono sicuro che lui sarebbe stato fiero di me, anzi, supererò i possedimenti di Carlo, farò stupire tutti, dal primo all'ultimo essere vivente di questa terra! Alla facciaccia di quel fallito di Robespierre e di tutti i suoi giacobini, nemmeno il tempo di far aprire bocca al popolo che già li avevano ghigliottinati tutti...loro che si vantavano tanto di: “Liberté, egalité, fraternité” Sono andato alla biblioteca della villa, leggo: “Il regno di Carlo Magno, edizione speciale” In questo testo, si parla di quanto fosse stato enorme il regno di Carlo. Aveva conquistato tutta l'Europa, fatto accordi con altri regni, vinto battaglie, distrutto i nemici, fatto del suo regno una memoria che nessuno mai dimenticherà...data la libertà di culto, tratto magnificamente i popoli conquistati. Tutto questo, è la mia aspirazione e a nessuno permetterò mai più di infrangerla. Lui ha reso la Francia uno splendore, che tutt'oggi si conserva, i palazzi, i monumenti, le emozioni, le attrazioni. Tutte queste cose, sono sicuro che saranno indissolubili nel tempo e io cercherò di fare altrettanto. E poi diciamocela chiara, chi crede più agli ideali dell'illuminismo? É una cosa ridicola...ma quali lumi della ragione? Ma quale intelligenza di tutti? Ma davvero si credevano che con due paroline scritte su un foglio di carta, si possa cambiare il destino della Francia? Poveri illusi, mi fanno davvero pena. Il controllo del regno, appartiene al re stesso! Il popolo non può comandare! Sono un insieme di pecore! Figuriamoci mettendole al trono. La repubblica a quanto pare, ha fatto solo danni! Vassalli e valvassori, sudavano sangue per il loro re, solamente per un pezzo di terra, quelli si che erano veri uomini! Fuggirò da qui, giovernerò ancora, rimetterò a posto tutto, e chiunque cercherà di mettermi il bastone fra le ruote, sarà giustiziato! Per il bene della Francia! Parola di Napoleone Bonaparte.

Nicola Tariciotti, Tommaso Rossi.

II A: Pagina di diario del diario di Anna Frank

Caro diario, oggi in tutte le case di Amsterdam è Natale mentre qui la situazione è drammatica. Io, povero diario, sono circondato da gente depressa. In questa famiglia di ebrei il Natale non sembra esistere, invidio tutte quelle case addobbate a festa. Queste persone sono sempre mute anche il giorno di Natale, la festa più bella dell’ anno. Sarebbe così divertente essere il diario di qualche olandese, con la casa piena di luci, una festa per gli occhi. Ancora meglio sarebbe non essere scritto e consumato tutti i giorni. La cosa peggiore è vedere la padrona triste e sconsolata mentre tutta la città è in festa. Eccola sta arrivando, per me basta scrivere, ora è tempo di essere scritto. Che brutto lavorare anche a Natale!

Michele Cianfriglia

II A: Diario di un burka

Caro diario, oggi sono stato davvero male, mi sono svegliato ed ero tutto spiegazzato . La mia padrona non si è minimamente preoccupata di piegarmi. Quando lei mi ha indossato è stata più ostile degli altri giorni. Mi ha tirato e per poco non mi ha stappato. Lei ogni giorno ripete che le piacerebbe indossare abiti colorati e vivaci. Ma che ci posso fare se io sono tutto scuro, non è colpa mia, mi hanno creato così. La mia padrona dice che sono una prigione vivente. Sono disperato , non ce la faccio più e sentendo quello che mi dice mi stapperei da solo o mi brucerei. Speriamo che la smetta con queste offese, non è colpa mia!

Michele Cianfriglia

II A: DIARIO DI UNO SPECCHIO (DISPERATO)

 La mia giornata è interminabile. Nella casa in cui vivo ci sono tre bagni, io mi trovo in quello del secondo piano e vedo sempre le stesse persone: una ragazza, una donna, un ragazzo, e un uomo. La ragazza ogni mattina entra con gli occhi semichiusi e con i capelli in uno stato indescrivibile. Dopo poco rientra velocemente e si lava la faccia e i denti. Nella mattina rientra per prendere le scarpe o a mettersi il profumo ma, in queste occasioni, non mi guarda. Fino al pomeriggio, non passa più, ma poi recupera il tempo perso e viene molte volte cantando o ripetendo cose di scuola. La sera poi ciondola dalla sua camera al bagno e viceversa. Le altre persone le vedo raramente, perché credo che usino lo specchio degli altri bagni. Solo la donna, una persona alta e robusta, ogni giorno spolvera quà e là e pulisce il lavandino esclamando ad alta voce per sgridare i suoi figli di come è sporco, poi si guarda e va via. Oh, che vita! Vorrei essere considerato un po' di più, ma non mi trovo male.

CELESTE FERRAZZI

domenica 4 gennaio 2015

IIA: DIARIO DI UNO SPECCHIO DISPERATO

Caro diario, sono lo specchio di casa Bernardini. Sono disperato perchè vedo sempre la stessa persona. E' una ragazza piu o meno di 16 anni. Sta sempre davanti a me a provarsi tutti i suoi vestiti. Ci rimane per delle ore perchè, ogni vestirto dice sempre che o le sta amale o che le sta troppo stretto. Ogni tanto però vedo anche un altro ragazzo piu piccolo, sopratutto di mattina. Non lo vedo per molto tempo perchè si guarda solo un pò e poi se ne va con il suo zaino sicuramente a scuola. Dopo non vedo piu nessuno per molte ore e questo è il momento piu brutto della giornata perchè in quella stanza, quando le luci sono spente e non passa nessuno, si crea un'aria cupa e, alcune volte anche sapventosa. Poi c'è il pomeriggiodove di solito vedo il ragazzino passarmi davanti e poi per il resto della giornata c'è sempre lei che prova i vestiti come sempre. Alcune volte si spruzza del profumo che poi arriva anche a me e questo mi dà molto fastidio.

Bernardini Tommaso

IIA: DIARIO DI UNA POVERA MATITA

Caro diario, Oggi sempre la stessa storia. Sono stata tutto il giorno dentro l'astuccio del mio padrone e sono disperata. Non usa mai, non mi tempera mai. Le poche volte che mi prende in mano sono quando deve fare delle figure strane sul suo foglio o quando deve fare dei disegni. Ma mi posso consolare sapendo una cosa: che non sono l'unica che nn usa quasi mai. Insieme a me ci sonola gomma, i pastelli, il righello ecc... Sembra che la sua preferita sia la penna BIC. La usa in ogni istante della giornata. Magari fossi lei... Ogni tanto cerco di stare vicino all'apertura dell'astuccio per farmi vedere, ma il mio padrone sembra faccia finta di non vedermi e prende un'altra cosa. Spero solo che in futuro mi userà di piu anche se è impossibile. Tuttavia non perdo le speranze anche perchè ho ancora tutta la vita davanti.

Tommaso Bernardini

sabato 3 gennaio 2015

PROF: BLOG COME LUOGO DI STUDIO: FORMATTAZIONE, LINK, INCORPORARE UN VIDEO_Approfondimento: Il burqa nella voce delle donne afghane

Pubblico qui un post di approfondimento, di studio, per farvi vedere una delle mille funzioni che può avere un blog: non solo condividere e diffondere in rete i propri contenuti (come state già facendo), ma anche catturare e far propri i materiali rintracciati, a formare un proprio lavoro di approfondimento, sempre reperibile in rete e a disposizione dei lettori.

Notazioni tecniche:


  1. le fonti dei materiali citati vanno sempre citate (attraverso opportuno link - il link si inserisce evidenziando con il mouse la parola che si vuole rendere interattiva, cliccando su "Inserisci link" nell'editor del post e incollando nel post l'url del sito che vogliamo che si agganci al nostro testo : l'url è quello che comincia con http://www. etc...);
  2. per favorire la lettura di un post, si può citare solo una parte dell'argomento e rimandare, sempre tramite link, alla versione integrale del testo (notate nel post qui sotto, che il link può anche partire da un'immagine interattiva, con lo stesso procedimento appena spiegato per inserire i link: basta evidenziare l'immagine piuttosto del testo). Il blog è un testo on line: se i post sono eccessivamente lunghi, il lettore ben presto cambierà sito;
  3. per rendere interattivo il nostro approfondimento, potrebbe tornar utile incorporare un video all'interno dei post, senza che il lettore esca dal blog e veda il video in un altro sito, distraendosi e perdendo il filo della lettura del nostro post. Incorporare i video di You Tube in un post di Blogger, oggi è semplicissimo: Blogger ha semplificato di molto la procedura negli ultimi anni. Qui trovate come fare. nelle prossime lezioni, parleremo invece di Codice Embed per incorporare altri oggetti:




Ecco allora un esempio di post di approfondimento, per i ragazzi che hanno approfondito la figura di Malala! Ciao Ragazzi!
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Studiando la storia di Malala e approfondendola con le vostre prof, avete avuto modo di riflettere sulla condizione di molte donne nei Paesi dove i diritti delle persone, donne soprattutto, non sono rispettate.
Voglio lasciarvi qui alcune storie e riflessioni, dalla viva voce di donne che hanno provato sulla loro pelle, il peso di essere considerate non-persone. Così, per chi voglia leggere e approfondire.
Per semplice scelta, prendo come riferimento la società afghana, ma diverse solo le aree del mondo dove la situazione è simile.

COSA HA VIETATO LA DITTATURA TALEBANA IN AFGHANISTAN ALLE DONNE E AGLI UOMINI: vale sicuramente la pena leggere la lista, lunga e sconcertante, delle limitazioni e punizioni stabilite dal regime. Cliccate sull'immagine:



Vi lascio qui poesie e storie di giovani poetesse donne, alcune appartenenti al movimento afghano YOUNG WOMEN FOR CHANGE (un movimento per il diritto all'istruzione, alla libertà di espressione, al riconoscimento di sé come persona) altre appartenenti all' associazione AFGHAN WOMEN'S WRITING PROJECT (progetto nato per permettere alle poetesse afghane di poter liberamente scrivere).

Nadia Anjuman, poetessa, uccisa a 25 anni per aver declamato in pubblico dei versi (qui la sua storia):


Sono imprigionata in questo angolo
Piena di malinconia e di dispiacere.
Le mie ali sono chiuse e non posso volare


Noorjahan Akbar, donna che si occupa della tutela dei diritti femminili: sua è la poesia dedicata ala giovane , decapitata dalla famiglia del marito perché rifiutava di prostituirsi (qui la storia e poesia intera):


Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno ha acceso una candela.
Nessuno ha pregato per lei. Nessuno l’ha fotografata.
Nessuno ha affisso manifesti con il suo nome e la sua immagine, in città.
Nessuno ha registrato la storia della sua vita, i suoi sogni, la sua felicità, la sua tristezza, il suo sorriso o il modo in cui guardava. [...]

Qui trovate invece i landays di alcune donne afghane pashtun (come Malala), ovvero dell'etnia che vive tra l'Afghanista e il Pakistan: sonio poesie brevissime di soli due versi, spesso anonimi:


Mi hai venduta a un vecchio, padre.

Possa Dio distruggere la tua casa, ero tua figlia.
****
Quando le sorelle si siedono insieme,elogiano sempre i loro fratelli.
Quando i fratelli si siedono insieme,vendono le loro sorelle ad altri.


Vi lascio con questo video molto significativo e pieno di speranza per un futuro più giusto:

venerdì 2 gennaio 2015

DIARIO DI UN LETTO

Caro diario,
ti voglio raccontare di una mia amica di nome Anna Franck.In realtà sono il suo letto me è sempre una buona amica.In questo periodo sta passando veramente un brutto momento a causa dei Tedeschi.In certi casi è felice come oggi perchè è Natale.Ma la sua felicità non è al 100%, la capisco
perchè non è bello vivere in una soffitta e non uscire mai e vedere il chiarore del sole solo dalla finestra.Non potrà festeggiare il Natale come tutti gli altri bambini,avere tanti regali e cantare canzoni natalizie con la famiglia.Si affaccia dalla finestra e i suoi occhi sono lucidi come se volesse piangere.Di solito si sfoga con il suo diario che è anche un mio grande amico e mi racconta quello che Anna scrive sulle sue pagine.Scrive cose toccanti,tristi,ma racconta anche che malgrado la situazione che sta vivendo è felice insieme a suo padre,sua madre,sua sorella Margot,un'altra famiglia e un  dentista.Se avrà bisogno di conforto io sarò felice di aiutarla,riscaldandola con le mie calde coperte.A presto
                                                                                                                                       letto











Elena Rossi

    II A: DIARIO DI UN BURQA

La mia padrona mi odia! Dopo una lunga giornata, la sera, si spoglia di me e mi poggia sulla sedia della sua camera; la mattina vorrebbe lasciarmi lì, ma purtroppo deve indossarmi per coprire il suo corpo.Lei è sempre triste, ma non è colpa mia se quegli uomini malvagi hanno deciso così.
Lo so, sono un po' brutto con il mio colore nero e lei si sente chiusa come in una cella di un carcere, dai colori spenti, morti e soprattutto tristi.
Vederla così mi fa rattristare, perché sono costretto a farla soffrire contro la mia volontà.
Lei è una donna molto allegra, per questo vorrebbe indossare abiti di colori vivaci, allegri, con fiori e altri tipi di fantasie, che la fanno sentire libera come una farfalla.


                                                                                                                             CELESTE FERRAZZI